Sardegna Rocce Antropomorfiche

Occhi, occhi  di chiunque, al cospetto di “un mare venerato….” , cosi’ come canta paolo conte… quel mare  “che non sta fermo mai!”

che  inventa forme sempre nuove , ondivaghe appunto, come la vita!

e ci porta a sogni, scava  e invade  ricordi, ci  risveglia a un ritmo segreto, intimo .

Il lavoro secolare dell’onda stimola a un abbraccio, che accarezza, plasma, con dolcezza  o con violenza, prende possesso della pietra, lasciandovi traccia di un amplesso, pur sempre d’amore.

E la dura, secolare roccia  accondiscende, lentamente cede , si piega    al bacio del mare, alla carezza impertinente del vento.

La pietra ora vive in se’ per sempre  la memoria  dell’incontro . racconterà la sua  storia, testimone inconsapevole di altri incontri, di altri amori , cui “chiunque” puo’ trovare   approdo , di poesia , di  silenzio , che dice  solo a chi vorra’  ascoltare .

E questa “specie di amore”  ho voluto  raccontare per immagini ,   di  rocce “umili” , segnate dal tempo ,  con gli occhi del bambino che  vive ancora dentro noi …. ignorante e curioso allo stesso tempo .

Luci ed ombre  palesano visi e corpi , forme che appaiono e scompaiono , al volger del sole , fuggevoli eppur disposte  a essere colte , perche’ la loro esperienza non sia ai  vana.

Questa la storia che ho creduto mi parlasse ,  che  narra di un incontro , del mare, del vento e della pietra.